Verona. L'assessore alla Toponomastica Marco Giorlo ha partecipato questa mattina, al Lazzaretto, alla scopertura del cartello informativo che ricorda la storia del luogo.
Presente il presidente della ProLoco Lazzaretto Carlo Dall’Ora.
«Questo luogo storico – ha detto Giorlo – è importante per Verona e per la sua storia, perciò merita la giusta attenzione. Oggi siamo qui per ribadire ancora una volta l’importanza di unire
tutte le forze, anche quelle dei privati, al fine di raccogliere risorse per rendere questo importante sito usufruibile da tutti i cittadini e visitabile da un numero crescente di visitatori
e turisti».
Il Lazzaretto venne edificato a Verona per consentire di isolare in un luogo lontano dalla città i portatori di malattie contagiose. Nel gennaio del 1549 iniziarono i lavori che si
completarono nel 1628, ottanta anni dopo il suo inizio. Nel 1630, due anni dopo il completamento dell’opera, scoppiò a Verona una grande epidemia di peste e il Lazzaretto in poco tempo si
riempì a tal punto da accogliere fino a 5 mila contagiati. A Verona morirono per colpa dell’epidemia 33 mila persone su una popolazione di circa 54 mila abitanti.
Nel Settecento cessò momentaneamente l’uso sanitario del Lazzaretto successivamente destinato a deposito di polveri e munizioni. Il luogo riprese la sua funzione verso la fine del settecento
e l’inizio dell’ottocento, per dare asilo ai soldati degli eserciti austriaci e francesi, a mano a mano che venivano colpiti da malattie contagiose. Durante la dominazione Austriaca, il
Lazzaretto fu nuovamente utilizzato dalle autorità militari quale deposito di esplosivi e munizioni e tale rimase fino alla fine della seconda guerra mondiale (1945) conservando la sua
struttura intatta ad eccezione della cupola del tempietto che alcuni storici riportavano già crollata agli inizi del 1900. La distruzione avvenne il 20 maggio 1945 quando una violenta
deflagrazione distrusse l’antico edificio. Dell’imponente costruzione del XVII secolo, rilevante esempio e testimonianza storica pressoché unica di architettura ospedaliera, rimasero solo
tratti di fatiscenti mura e il tempietto in rovina al centro dell’area che venne parzialmente ricostruito nel 1960 in occasione delle celebrazioni Sanmicheliane.
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